Come valuta i molti progetti in corso nell’area centrale di Mestre?

Come valuta i molti progetti in corso nell’area centrale di Mestre (riqualificazione area ex Umberto I, museo M9, riqualificazione area Piazza Barche e Forte Marghera, nuova mobilità – SFMR, Tram, reti ciclabili, ecc.)?

Paolo Lucchetta (architetto): Mi colpisce ed emoziona il progetto M9 ed il significato che si respira essere riuscito ad acquisire in città, significato di una nuova possibile cittadinanza.

Città e cittadinanza hanno assunto un ruolo negli ultimi anni che emerge con forza dalla riflessione teorica e soprattutto dalle pratiche creative tecnologiche di questi ultimi tempi. Il confine sempre più labile tra reale e digitale si gioca infatti molto spesso tra la soggettività' urbana ed il territorio di esperienza personale e collettiva.

Attraverso M9, per Mestre ripartire da un idea di cittadinanza costituisce un segnale incoraggiante per il futuro. Degli altri progetti si conosce ancora poco per poter esprimere un'opinione. La riqualificazione dell'area dell'Umberto I non sembra invece aggiungere molto alla visione di una Mestre futura. Degli aspetti legati alla viabilità e trasporti, per quanto significative risultino alcune realizzazioni, pare mancare un convincente disegno complessivo.

Valeria Tatano (architetto): Le operazioni in corso hanno modalità attuative e tempistiche molto diverse tra loro risultando difficilmente confrontabili: iniziative immobiliari e riqualificazioni di spazi urbani non sono la stessa cosa, né basta costruire qualcosa per pensare di risolvere i problemi di Mestre, città ancora in cerca di identità.
Trovo di particolare interesse, per come è stata condotta fino ad ora l’intera fase del concorso, l’operazione relativa alla realizzazione del Museo M9, che lascia ben sperare nella sua effettiva costruzione nei tempi prospettati. La sinergia tra figure diverse, dotate di capacità (imprenditoriali, tecniche e culturali) ma anche di autorevolezza , ha consentito di portare a compimento il primo obiettivo dimostrando che il ruolo del committente è fondamentale per ottenere un progetto di qualità e che un programma di intenti chiaro aiuta il progettista senza ostacolarne creatività ed espressività.
L’M9 pone le basi per essere autenticamente il progetto di un pezzo di città e non solo di un museo, di voler dialogare con il tessuto urbano, sociale e commerciale di Mestre, più di quanto non abbiamo fatto altri progetti che stanno riconfigurando parti centrali della città e questo non solo ad opera dello specifico progetto vincitore, lo studio Sauerbruch Hutton di Berlino, ma per le premesse insite nelle richieste rivolte a quel progetto che gli architetti hanno interpretato secondo un approccio personale.

Pierluigi Aluisio (informatico): Piste ciclabili, M9, le riqualificazioni: si tratta di progetti molto positivi e in linea con quell’idea di città moderna che mi appartiene. L’unico tra questi progetti che spicca in negatività, costosità e dannosità è quello del tram anche perché sembra porsi in un’ottica opposta e contraria a tutti gli altri progetti di modernizzazione.
Non riesco proprio a coglierne utilità per la città e i suoi cittadini. C’è da augurarsi che almeno sia utile a chi l’ha voluto, a chi lo ha realizzato e a chi lo manterrà…

Andrea Stocchetti (economista): Guardiamo nello specifico di cosa si tratta: un’area abbandonata da un ospedale viene riconvertita a nuovi edifici e un po’ di verde; si riprogetta finalmente quella che è una (orrenda) rotatoria automobilistica; si recupera un sito militare, si realizza una linea di tram… Parlando di sviluppo urbano questo genere di cose dovrebbero essere “normale amministrazione”; è certamente qualcosa di buono, ma la riqualificazione complessiva del tessuto urbano richiede molto di più e, voglio ribadire, una progettualità integrata in chiave di sostenibilità, non interventi separati.

Michele Boldrin (economista): Positivamente per la maggior parte, ma manca la visione, oltre che l’efficienza nella realizzazione. Manca anche la visione metropolitana, non mi sembra si pensi in grande: occorre pensare ad un’area integrata che comincia a San Donà, tocca Treviso e continua sino a Padova a Est ed a Chioggia a sud. Da questo punto di vista, iniziative costose e drammatiche come il tram costituiscono errori gravi. Collegare con un trenino (ossia, un tram veloce!) il Marco Polo a Mestre (non a Venezia, ma a Mestre via stazione) avrebbe dovuto essere una priorità, non il tram lento da Favaro a Marghera! Far crescere l’aeroporto e lavorare perché l’alta velocità arrivi a Mestre dovrebbero essere le priorità.

Riccardo Dalla Torre (ricercatore economista): Credo che questi progetti vadano nella direzione giusta: si tratta di ricucire lo spazio interno a Mestre, creando punti di aggregazione ed elementi di riconoscibilità (come può essere il museo M9), favorendo al tempo stesso la connessione interna ma agevolando anche i collegamenti verso l'esterno. Se gli obiettivi di tali interventi sono veramente questi, allora possono dare un contributo decisivo per il miglioramento della città.

Massimo Russo (giornalista): Tutti fattori positivi, ma insufficienti senza una regia d’insieme.

Maurizio Carlotti (direttore televisivo): Vivo a Madrid da sedici anni, mi è difficile commentare progetti che non conosco. Ho già fatto riferimento all’importanza della mobilità, ai percorsi pedonali, vie ciclabili, navigazione interna, a un sistema di trasporto circumlagunara misto (gomma, rotaia, acqueo), all’integrazione tra laguna e terraferma, di cui piazza Barche e Forte Marghera possono essere i capisaldi.

Massimo Donà (musicista): Le valuto come una confusa attivazione di spazi e servizi non inscritti dunque in una direzione unitaria… che continuano a perpetuare il caos e l’indeterminazione di cui parlavo sopra. Che vengono quindi percepiti come pure occasioni di speculazione e soddisfacimento di interessi particolari… troppe insensatezze minano infatti i pochi progetti di cui Mestre è ancora capace. Un tram inutile che va da Favaro a via Cappuccina, con errori imperdonabili di esecuzione…. Un museo che non si sa ancora bene cosa dovrà contenere.. se non giochini mutimediali utili per far passare un po’ di tempo a qualche sfaccendato…. E le solite fotografie di Marghera (ecco la nostalgia del passato industriale, che è l’unica identità che Mestre continua a darsi). E poi una risistemazione della viabilità e del paesaggio urbana ancora vaga e non pensata unitariamente… le piste ciclabili sono uno slalom impraticabile, con pezzi che terminano all’improvviso e percorsi improbabili…

Emanuele Pettener (scrittore): I progetti singoli fatti a caso all'interno della città senza un coordinamento - più belli sono e più rendono le zone vicine degradate e brutte.

Michele Brunello (architetto): Le intenzioni sono ottime ma insisto nel dire che sembra mancare un disegno generale. Mi chiedo se, dopo il flop del Candiani, era meglio investire denari nel nuovo museo di Mestre M9 oppure se era meglio dedicarsi a ricucire Mestre e Marghera ripensando e rifacendo la Stazione dei treni. Pensando ai trasporti, trovo che anche il Tram abbia poco senso se non viene esteso velocemente a Venezia, così come l’SFMR sembra più una frammentazione delle stazioni dei treni locali piuttosto che un ridisegno della mobilità urbana. Nonostante le intenzioni non credo si possa parlare di nuova stagione urbana e architettonica a Mestre, perché sono state fatte delle scelte poco coraggiose nelle strategie e nell’assegnazione dei manufatti-simbolo di questi anni. Non parlo solo della forma architettonica, che è opinabile, ma critico soprattutto l’individuazione della priorità delle opere, di cui mi sfugge il disegno generale. Inoltre il comune ha mostrato poca forza contrattuale quando alcuni importanti progetti, come l’ex Umberto Primo, sono stati banalizzati rispetto ai progetti che avevano vinto il concorso ed erano stati mostrati alla città. Devo riconoscere tuttavia che sul fronte dell’arredo urbano e dell’abbellimento è stato invece fatto un gran lavoro, così come sul tema dei parchi e le sistemazioni ambientali. E’ mancata visione che trascinasse una modernizzazione della città, ma in compenso si è lavorato bene sull’ambiente e sull’abbellimento urbano.

Andrea Jester (consulente finanziario): Sono contento del risveglio progettuale (fare qualcosa per la città). Sono profondamente deluso dell’operatività e di come questi progetti vengano portati avanti (quando vengono portati avanti).
Questo fa il paio con quanto scritto all’inizio: non c’è legame tra uno sguardo di insieme e il come tradurre questo disegno in passi concreti. Sembra sempre tutto fatto e avviato (anche quando l’intenzione non è questa) per questioni politiche e mai per il cittadino.