Archivio Ilva di Porto Marghera

Un altro importante archivio di Porto Marghera è stato riscattato e messo in sicurezza grazie al progetto Archivi della politica e dell'impresa del '900 veneziano, ideato e coordinato dalla Fondazione Gianni Pellicani. Si tratta dell'archivio ILVA di Porto Marghera, la cui documentazione parte dalla metà degli anni Venti e giunge fino agli anni Sessanta.

Quasi 3000 disegni e oltre 80 buste contenenti le pratiche di committenza dei progetti realizzati dall’ILVA di Porto Marghera su commissione d’imprese, istituzioni, enti e privati attivi nel territorio nazionale e internazionale. Circa 7,5 metri quadrati di disegni e oltre 7 metri lineari di carte che raccontano la storia di un'ampia area di Porto Marghera e non solo.

L'ILVA e il suo archivio

L'ILVA è stata un'industria protagonista dello sviluppo di Venezia, a partire dagli anni Venti del '900. Prima della guerra la produzione dell’acciaieria a tre forni elettrici raggiungeva le 1500 t/mese e impiegava 1600 unità, ridotte a 1100 subito dopo il conflitto, quando lo stabilimento fu gravemente colpito dai bombardamenti. L'ILVA dopo il conflitto riprese e potenziò le produzioni, risultando l’industria di Porto Marghera con il maggior numero di addetti (1700 operai).

Attraverso la rilevazione delle committenze e dei manufatti prodotti è possibile tracciare una fotografia della realtà produttiva non solo di Porto Marghera ma più in generale dell’intero territorio italiano, europeo e mondiale per tutto il periodo fascista e di parte di quello postbellico. Tra i committenti figurano imprese private, enti pubblici, studi d’ingegneria dispersi nel restante territorio italiano da nord a sud e di tutto il mondo. La tipologia dei manufatti riguarda diversi settori, ma soprattutto si tratta di componenti per grandi lavori infrastrutturali (dal ponte degli Scalzi e dell'Accademia a Venezia o sul Marzenego a Mestre, a ponti sul Po, nei Balcani e nel Siam). Notevole anche il materiale legato a settori quali lo sviluppo delle telecomunicazioni (i tralicci per linee telefoniche commissionati dalla Sip), i pali per le teleferiche, le linee elettriche (principalmente per la veneziana Sade), i gasometri, i sistemi di sollevamento per i consorzi di bonifica, ecc.

Tutti questi elementi testimoniano l’importanza dell’ILVA nel sistema produttivo nazionale e internazionale, importanza che conferma quanto Porto Marghera abbia rappresentato, a partire dagli anni ’30 del secolo scorso e per tutto l’arco cronologico coperto dall’archivio in oggetto, non solo la storia del Novecento industriale a Venezia, bensì un tassello fondamentale della storia industriale italiana.

Il Percorso del progetto Archivi della Politica e dell'Impresa del '900 veneziano

Questo di ILVA è solo l’ultimo dei lavori realizzati dal progetto Archivi della politica e dell’impresa del ‘900 veneziano. Infatti, nel corso del 2012 sono stati completati gli interventi di recupero e d’inventariazione di altri importanti fondi archivistici: Società del Porto industriale di Porto Marghera, Ente della zona industriale di Porto Marghera, Vetrocoke, Consiglio di fabbrica di Montefibre. Gli ultimi fondi confluiti in un progetto che ha l'obiettivo di salvaguardare la storia del nostro territorio.

Ad oggi il materiale inventariato, consultabile dal sito www.albumdivenezia.it, è costituito da quasi 30.000 record tra foto, libri e documenti di vario genere.