Lia Finzi - Documenti

Proponiamo dei brevi stralci relativi alla Sanità e Assistenza del programma politico- amministrativo della prima Giunta Rigo- Pellicani presentata in Consiglio Comunale il 17 novembre 1978, dibattuto il 24 novembre, il 1° dicembre e sottoposto all’approvazione nella seduta del 4 dicembre. 
Da osservare l’interessante e innovativa intreccio tra il tema della salute, le condizioni sanitarie, e le condizioni sociali della popolazione, riportate all’interno di una concezione globale- esistenziale dell’individuo e la messa in discussione dell’arbitrio dei “professionisti della salute”, attraverso il controllo e la partecipazione democratica dei cittadini ai servizi, tradotta operativamente nei già citati comitati di gestione mista, personale e utenti.
Altra novità la creazione di un servizio di base assolutamente inedito, il consultorio familiare, al centro del quale viene posta per la prima volta la donna come soggetto- persona, con tutte le implicazioni che ne derivano: controllo del proprio corpo, della sessualità (contraccezione), maternità vissuta come scelta consapevole e responsabile, recependo così le principali istanze del movimento delle donne, che si era sviluppato nel corso degli anni Settanta.

La “Relazione a nome della Giunta del vicesindaco e Assessore alla Programmazione On. Gianni Pellicani”, la “Premessa”, la “Programmazione e partecipazione”, l’”Obiettivo generale riequilibrio del territorio”, gli “Obiettivi parziali: proposte di investimenti 77/80”, in cui si presentano analiticamente i diversi settori di intervento dell’ente locale, il “Problema delle aree e il piano degli espropri”, l’”Attuazione della Legge Speciale”, il “Quadro finanziario” e le dichiarazioni di voto dei capigruppo dei partiti presenti in Consiglio Comunale sono raccolti nel volume curato dal Settore Piano dell’Ufficio Programmazione del Comune di Venezia che ha per titolo Piano Programma 1977/1980 Obiettivo generale riequilibrio del territorio, pubblicato nel 1979.

 

Sanità e Assistenza

Premessa. Evoluzione dei principi informativi del settore.

L’Amministrazione comunale di Venezia promuove la sua politica sul terreno della programmazione, dell’organizzazione e della metodologia degli interventi in campo socio-sanitario secondo una accezione di “sicurezza sociale”, maturata sulla base di un nuovo tipo di domanda sociale. Si pone con urgenza la scelta politica di fondo per la salute intesa nei suoi aspetti globali, che colgono il punto di intersezione degli individui con la complessità dei loro bisogni, per ristabilire in tale modo il giusto rapporto tra la componente fisica e quella psicosociale della persona in una unità inscindibile. Questo orientamento politico-culturale trova riscontro in una prassi amministrativa che punta al superamento degli interventi di carattere unicamente “benefico” in campo sociale e per contro delle iniziative esclusivamente curativo-terapeutiche in campo sanitario, per attuare nei limiti del possibile una risposta globale al bisogno.

Il carattere di unitarietà dell’esperienza esistenziale umana viene eluso dall’incapacità operativa dimostrata dalla medicina esclusivamente terapeutica; medicina questa, che individua l’etiologia della morbilità in fattori di natura prettamente fisiologica, ignorando che l’intero assetto sociale, disgregato e disumanizzato è a sua volta fonte di patologia.

Di qui la necessità di privilegiare i servizi di base, l’opera di prevenzione e di promuovere momenti di educazione socio-sanitaria.

L’obiettivo è quello di riportare la gestione dei problemi là dove essi nascono e si manifestano eliminando gli attuali processi di delega all’esterno avallati ed aggravati da interventi settoriali e parcellizzati fino all’allontanamento definitivo dal proprio ambiente, (ricovero, istituzionalizzazione).

Ragionare in termini di servizi di base significa provvedere con risposte immediate e unitarie gestibili e controllabili dalla popolazione.

In secondo luogo, per informazioni socio-sanitaria si intende l’organizzazione della soggettività dei cittadini secondo valori culturali, che permettano la riappropriazione del concetto di salute; salute vissuta appunto non più come un fenomeno privato individuale ma come momento pubblico, collettivo la cui conquista non va delegata ai tecnici se non in forma mediata e subordinata.

L’educazione socio-sanitaria diviene mezzo per accedere allo scambio di informazioni e conoscenze scientifiche tra popolazione ed operatori a livello di base, da attuarsi negli organismi di partecipazione democratica. Ciò facilita la lotta contro la disinformazione attuata sistematicamente dai messaggi sanitari mercificanti e fuorvianti dei mass-media (scriteriato uso di farmaci, abitudini alimentari indotte etc.); innesca pure meccanismi per un’azione collettiva atta ad incidere sui reali fattori di patologia e di emarginazione, cioè sulle condizioni socio-ambientali, (condizione abitativa, ritmi di lavoro, inquinamento etc.).

 

Tutela della salute psicofisica della popolazione.

[…] Problemi della donna.

Le attività, da comprendersi comunque sempre nei servizi per tutta la popolazione, fanno riferimento alle principali situazioni di rischio di malattie e di emarginazione sociale, nonché a momenti di esigenze specifiche della donna. L’attenzione ai problemi della donna si pone in relazione alla crescente domanda sociale sviluppatasi con il movimento delle donne che ha evidenziato lo sfruttamento e l’emarginazione cui la donna è soggetta. In genere, infatti, soprattutto quando casalinga, non è mai vista come soggetto- persona, ma piuttosto in funzione di altri (figli, persone bisognose di assistenza come anziani, handicappati, etc. per i quali è chiamata a supplire alle carenze di servizi sociali); in quanto lavoratrice occupa fasce marginali del mercato del lavoro (forza lavoro di riserva e lavoro nero) oppure, situazioni subordinate all’interno delle strutture produttive.

Sono quindi necessarie iniziative che permettano alla donna di divenire parte attiva e autonoma di un nuovo processo; all’interno di questo va prevista un’ampia azione di prevenzione a tutela anche del suo equilibrio psico-fisico.

L’avvio dei primi consultori familiari ha posto in questo senso l’attenzione sui problemi della donna in particolare non essendo esso un servizio diretto solo alla donna. Sono previste attività di consulenza, di controlli periodici, di educazione socio-sanitaria in particolare per una nuova gestione della propria sessualità, ma anche iniziative di socializzazione dei problemi nei momenti di particolare difficoltà (gravidanza, aborto).

Un’attenzione particolare va portata alla diffusione della contraccezione e all’individuazione dei rischi nei luoghi di lavoro e nell’ambiente, anche per una più generale prevenzione dell’aborto.

Nei casi di volontà espressa dalla donna di interruzione della gravidanza, il consultorio ha funzione di consulenza e di indirizzo verso strutture pubbliche gratuite (ospedali).

La partecipazione in prima persona e in modo privilegiato alla organizzazione e gestione di tale servizio è anche occasione nuova di dare concretezza alle esigenze di maturazione e cambiamento culturale.

In tale prospettiva vanno viste anche esperienze di partecipazione alla gestione di servizi sociali quali asili nido e scuole materne sia per una socializzazione dei problemi educativi, sia per organizzare una domanda e controllo ai servizi sociali che permettano alla donna maggiore autonomia ed emancipazione.

Attualmente i servizi esistenti sono quasi esclusivamente quelli ostetrico ginecologici che vanno ovviamente riassorbiti nella nuova prospettiva come già sta avvenendo con l’apertura dei primi consultori familiari.

 

Presentazione dell’attività dell’Assessorato alla Sicurezza Sociale dopo cinque anni di governo.

[In Intervista sulla Giunta a Venezia. Parlano i protagonisti, a cura di G. Benzoni, Arsenale Cooperativa Editrice, Venezia 1980]

L’Amministrazione comunale fin dal 1975 e successivamente nel Piano Poliennale si è posta alcuni obiettivi di fondo di modificazione nel quadro socio-sanitario ed assistenziale anche con la scelta di un unico Assessorato alla Sicurezza Sociale.

Si rendeva infatti necessario invertire le linee di tendenza che avevano informato la politica socio-sanitaria del passato privilegiando:

  1. la prevenzione rispetto ai momenti di cura e di istituzionalizzazione;
  2. l’apertura al territorio delle strutture procedendo al massimo decentramento delle stesse, con particolare riguardo alle strutture di 1° livello;
  3. il riequilibrio dei servizi all’interno del territorio comunale;
  4. il ridimensionamento delle strutture di cura (ospedali) sovradimensionate del Centro Storico e potenziamento di quelle sottodimensionate di terraferma

Si è cercato di raggiungere gli obiettivi suesposti attraverso l’istituzione di nuovi servizi, l’ampliamento e la ristrutturazione di altri, l’impostazione di una diversa linea culturale di rapporti con gli altri Enti erogatori di servizi socio-sanitari al fine di precorrere le linee di ricomposizione delle funzioni espresse dalla Legge di Riforma Sanitaria che ci si augura vengano fatte proprie dalla tanto attesa Riforma dell’assistenza.

In questo senso si è proceduto a:

  1. la costituzione di 9 consultori familiari;
  2. l’estensione ad ogni quartiere dei consultori pediatrici, procedendo contemporaneamente al decentramento delle vaccinazioni infantili e alla costituzione del servizio di diagnosi precoce (fino al 3° mese di vita) delle patologie psicomotorie, servizio effettuato nei medesimi consultori pediatrici;
  3. l’estensione del servizio di medicina scolastica, generalizzando le prestazioni a tutta la popolazione scolastica con particolare riferimento alla scuola materna e asili nido, al fine di individuare il più precocemente possibile, eventuali disagi sociali o sanitari dei bambini (anno 1975: 35.000 interventi; anno 1979: 93.500 interventi);
  4. l’avvio di servizi alternativi al ricovero sia per minori che per anziani, al fine di mantenere nel proprio ambiente il minore o l’anziano in difficoltà, riducendo al massimo il ricorso al ricovero in istituti (aiuti economici alternativi al ricovero: 354 minori assistiti- 636 anziani assistiti; assistenza domiciliare: 120 anziani assistiti; lavoro sociale nei quartieri per anziani; colonie, campeggi, soggiorni estivi: 3952 minori serviti- 607 anziani serviti; costituzione comunità alloggio).
  5. L’avvio di servizi di terapia riabilitativa con particolare riferimento alla logopedia (171 bambini assistiti) e alle terapie psicomotorie per handicappati (700 assistiti).

Oltre a questi servizi che operano nel senso della prevenzione e del superamento della istituzionalizzazione, si è proceduto anche a un progressivo accollamento da parte del Comune degli oneri di ricovero al fine di sollevare il cittadino costretto al ricovero dal pagamento di rette sempre più consistenti.

Per quanto riguarda la politica di riordino del sistema ospedaliero, l’Amministrazione comunale si è fatta promotrice con gli organi competenti (Amministrazione ospedaliere, Regione) di iniziative per un progressivo riequilibrio delle strutture ospedaliere tra Centro Storico e Terraferma. In tal senso ha ipotizzato anche un migliore utilizzo del personale e delle strumentazioni sottoutilizzate (vedi ospedale De Giovanni) in presidi bisognosi di potenziamento (vedi ospedale di Mestre ecc.) privilegiando in particolar modo il processo di decentramento in servizi aperti al territorio (vedi edilizia ospedaliera).

Le iniziative che sono attualmente in corso di attuazione si ricollegano al quadro concettuale espresso nel Piano Poliennale e in successivi documenti che affrontano in maniera specifica alcuni dei temi più importanti (vedi distrettualizzazione).

In particolare maniera si sta procedendo per:

  1. l’estensione a tutti i quartieri del servizio di assistenza domiciliare, decentrando nel contempo tutte le attività in alternativa al ricovero svolte attualmente a livello centrale (concorsi per l’assunzione di personale, assistenti sociali, colf, infermieri ecc., in corso di attuazione);
  2. la creazione di altri 9 consultori familiari, uno per ogni quartiere attualmente sprovvisto (concorsi per l’assunzione di personale in corso di attuazione);
  3. il potenziamento del servizio pediatrico e di tutela dell’età evolutiva (concorsi per l’assunzione di Assistenti Sanitarie in corso di attuazione).

Le nuove norme hanno propiziato il superamento della logica degli enti erogatori di prestazioni frammentate e parcellizzate; superamento che l’Amministrazione del Comune di Venezia ha teorizzato e promosso, per quanto di sua competenza, con l’avvio dei consorzi Socio-sanitari.

L’intera partita della Sanità verrà infatti gestita dall’Ente Locale (con la gradualità prevista dal decreto del Presidente della Giunta Regionale n.3401 del 17.12.1979) attraverso lo strumento tecnico organizzativo rappresentato dall’USL.