Gianfranco Lucatello - Abstract delle Interviste

Gianfranco Lucatello proviene da una famiglia operaia: il padre anticlericale e comunista, la madre devota cattolica era una staffetta partigiana iscritta al PCI clandestino. Il nonno materno era socialista; uno zio paterno combatté nella guerra di Spagna con le Brigate Internazionali e poi si stabilì in Francia. Originario del sestiere di Castello, ricorda l’importante presenza operaia all’Arsenale e nel cantiere ACNIL (oggi ACTV), dove lavoravano parecchi comunisti ed ex partigiani. Alla fine degli anni cinquanta iniziò la sua attività di militante di base senza passare per la FGCI: ogni domenica mattina faceva il porta a porta per distribuire le copie dell’Unità ai militanti e simpatizzanti del partito, attività che protrasse fino a quasi la fine del suo mandato da consigliere comunale. Negli anni sessanta la famiglia venne sfrattata e si spostò a Mestre. Lucatello si impiegò agli Azotati, diventò segretario della sezione Montedison che raggruppava gli iscritti di alcune grosse fabbriche di Porto Marghera. Professionalmente era un caposquadra abile e preparato ma per le sue posizioni politiche gli erano preclusi la carriera e gli incentivi economici. Membro del Consiglio di Fabbrica, partecipò a tutte le iniziative dell’autunno caldo del polo industriale; conobbe Gianni De Michelis e Toni Negri.

Negli anni sessanta entrò nel Comitato Zona Industriale della Federazione comunista su posizioni della sinistra ingraiana. Grande estimatore di Enrico Berlinguer gli era legato da devota amicizia: faceva parte della scorta che accompagnava il segretario nazionale ogni volta che era in visita in Veneto. Egli si incaricava di trovare e condurre i compagni che Berlinguer desiderava incontrare prima di ogni intervento pubblico per informarsi sulle problematiche locali. Si trovava con lui quando Berlinguer morì a Padova e fece parte del corteo che accompagnò la salma all’aeroporto di Tessera.

Grazie alla popolarità di cui godeva e alla capacità di creare situazioni di dialogo e confronto all’interno della fabbrica tra dirigenza, tecnici e operai, fu candidato ed eletto consigliere comunale senza particolare investimento da parte del PCI, un partito attento alla rappresentanza delle diverse categorie professionali ed economiche. Da consigliere seguì tutte le vicende della giunta: il confronto politico aspro tra il vicesindaco Gianni Pellicani e Gianni De Michelis, la difesa del sindaco Rigo, il grande impegno per il riequilibrio dei servizi e del verde per la città di terraferma.

Grazie alle sue entrature e alla conoscenza della realtà produttiva di Porto Marghera si impegnò nell’organizzazione della Conferenza sull’occupazione, gli investimenti e lo sviluppo economico che si tenne a Mestre nel dicembre del 1975.

Fu presidente della Commissione Bilancio, assessore di riferimento Gianni Pellicani, un incarico molto impegnativo che gli fu utile per acquisire una nuova professionalità. Dal 1978 al 1981 è stato funzionario del partito comunista; cominciò ad occuparsi del settore cooperativo dirigendo le operazioni di salvataggio della Veneta Case in procinto di fallire; il piano ebbe successo e passò poi alla CEV, di cui oggi è presidente, che è leader nel settore veneto delle costruzioni di immobili. Dopo il 1980 Lucatello, considerando conclusa la sua esperienza di consigliere, chiese al partito di poter dedicarsi a un nuovo incarico istituzionale: fu eletto presidente del Consiglio di Quartiere di Marghera, e, nonostante la sua contrarietà, fu ricandidato e rieletto per il PCI nello stesso ruolo, realizzando un’ottima affermazione personale. Si dimise un anno dopo seguitando ad occuparsi da consigliere dell’AMIU, ora Veritas. Nel 1995 è stato eletto consigliere provinciale. Attualmente è presidente regionale della Lega delle Cooperative Veneto.